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Armani bar c/o Armani Hotel: sophisticated beauty… davvero?

 

Ieri sera mentre la gente emiliana esibiva tutta la dignità e il coraggio di cui è fatta, la mia quotidianità mi imponeva di distrarre un’amica da un pensiero incombente. Ritagliare un’ora al tramonto per quelle chiacchiere leggere che ogni tanto ci regaliamo per sorridere di noi. Proviamo l’aperitivo al nuovo Armani Hotel? Detto, fatto.
Armani ha lavorato al suo Hotel per quello che mi è sembrato un numero infinito di anni. Pare anche che se volate con un elicottero sopra il centro di Milano ( vi capiterà nel tragitto casa-ufficio-casa di fare un cambio dalla linea 3 all’elicottero prima di salire sul passante….o no?) si nota che la “lounge” di vetro agli ultimo piano forma una A…

Ma per andare in paradiso si entra da una “concept hall” buia e solitaria, unico elemento umano una gentile signorina che vi guida all’ascensore, il paradiso è su!
Sono un po’ vecchio stile, non ho nemmeno viaggiato tanto, ma nel mio immaginario di viaggiatrice di lusso la hall di un albergo a “5stelle +L” deve essere un brulicare di sorrisi, e non l’antro di Caronte.

Saliamo e le porte si aprono sui tetti di Milano.

Arredamento minimal ovviamente. Ma, una considerazione personale… se tutto gira intorno alla vista mozzafiato perchè i divani danno le spalle alla vista? Tavolini giganteschi, tra i divani, per entrare o se devi incipriarti il naso, devi far alzare tutti ogni volta.

Dopo 15 minuti qualcuno prende l’ordinazione. Ci portano il “finger food”: olive, parmigiano tagliato a parallelepipedi (talmente sudato da dichiarare tutto il tempo che è stato abbandonato su quel vassoio), frutta secca, ciliege, focaccia. Dopo 30 minuti delle mozzarelle ciliegine con pomodorini. Potremmo avere la nostra ordinazione? Arriva.

Dopo 10 minuti le trofie al pesto dello chef: un pesto nero, che offende chi l’ha preparato e chi lo deve mangiare.

Sophisticated beauty style Armani? Non credo che il signor Armani approverebbe.

Portano il conto, la signorina lo butta sul tavolo senza guardare i miei occhi che cercano di trasmetterle che vorrei pagare io. Non posso uscire dalla mia posizione tra divano e tavolino, mi tocca scavalcare uno degli arredi e strappare di mano il conto alla mia amica…

L’immagine è sufficiente, o ci vorrebbe anche un po’ di sostanza dietro alle stelle?

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8 comments

  1. Forse pretendere di esser bravi in tutto é un pò troppo!?!..a giudicare dalle vostre opinioni direi proprio di si!!
    😉

    1. hai ragione, proprio quello… se sei uno stilista meraviglioso, magari non te ne intendi di cucina, e allora perchè non affidarti a professionisti? Magari un giovane chef che ha voglia di dimostrare quello che sa…

  2. io che vivo tra pecore e mucche pensavo fosse un posto, a cominciare dal servizio,veramente esclusivo.Il racconto è sufficiente per capire che l’arte di accogliere è di pochi. se mi capiterà di venire da Voi, in città lo escluderò dalle mie frequentazioni. Di parmigiano sudato c’è ne è tanto dapertutto, mica vengo a Milano per mangiarlo!!!!!!!
    Sono stato, qualche mese fa, da Nobu ed ho rimpianto di avere sprecato una delle poche serate chic della mia vita.Ma così è!!!!

    1. sei stato a Milano e non mi hai detto niente??? Pinuccio Alia…
      per restare in tema di sudore, tu sì che i tuoi clienti te li guadagni…

  3. Ci sono andato due volte. Ricordo di piú quanto male ho mangiato che il conto salatissimo. Incredibilmente male, non male. Cosi male da pensare che abbiano fatto apposta. Meglio l’aperitivo, tramonto e vista sono notevolissimi.

    P.s. Maria te l’avevo anche detto…

    1. hai ragione, ma dovevo toccare con mano…
      sì, ma io continuo a pensare che Giorgio ci debba andare in incognito e forse dopo vedremmo qualche testa cadere. Forse siamo ingenui e importa solo a noi?

  4. il brand non basta, soprattutto nel cibo, perchè il cibo è sincero. Nel suo bar, nel suo ristorante potrebbe diventare ambasciatore delle eccellenze italiane, invece …

  5. pesto ossidato? parmigiano squadrato e sudato? servizio lento e disattento? il messaggio è chiaro: per venire qui basta avere un po’ di soldi e poco gusto, altri requisiti non servono. forse Armani, che resta una pietra miliare nella storia dello stile e della moda, dovrebbe smetterla di diversificare. da Nobu ho trovato un servizio e una promiscuità tra i tavoli degni di una pizzeria, le proposte di arredamento più che minimaliste sono cimiteriali e il culmine l’ha raggiunto con i fiori: nonostante la partnership con Christian Tortu, che a Parigi ha negozi che sembrano giardini incantati, le sue composizioni sono rigide, cupe e snaturate. Forse è meglio avere una giacca in più da sognare che un aperitivo da dimenticare.

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